WHAT THE…?! #2
ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR
di
Ermanno Ferretti e Sergio Gambitt19
30 dicembre. Il bar è un
localino nascosto, di quelli in cui non sei mai sicuro di cosa sia la robetta
appiccicosa che hai appena pestato, e in cui comunque non sei sempre sicuro di
volerlo sapere. All'interno il fumo riempie gli strati d'aria più alti e sembra
rendere attenuata la luce dei lampadari al neon. Al banco, gente di tutte le
razze e di tutti i tipi. Anche un tizio vestito di rosso e con la faccia
massacrata dall’acne che sta tentando in tutti i modi di calmare la rossa che
gli sta davanti.
Cavolo, pensa il tizio, non
solo gli spunta una nuova personalità al giorno, ma devono anche avere la
sindrome premestruale sincronizzata!
In un tavolino, in un angolo,
quattro persone.
- Be', ragazzi - dice uno di
loro, con in mano un block-notes - direi che l'intervista è finita...
- Sì, vi dobbiamo proprio
ringraziare, abbiamo imparato molte cose... ti sei segnato tutto, vero E.? -
continua quello che gli sta di fianco.
- Certo, S.. Qui c'è materiale
per almeno 2 anni di storie...
Gli altri due li guardano con
sguardo disincantato. Sono due scrittori, hanno detto, i migliori in quello che
fanno. Venuti dagli sporchi sobborghi italiani con un solo obiettivo in mente:
intervistare i due personaggi più pericolosi della Marvel. Mai visti elementi
del genere, e sì che nella loro carriera di scrittori ne hanno viste di cose
incredibili... Hanno visto navi da combattimento in fiamme al largo dei
bastioni di Orione, hanno visto Geri Halliwell abbandonare le Spice Girls, uno
di essi è perfino stato testimone di un’apparizione del Signore degli Inediti
in persona! Ma niente in confronto ai ceffi che ora gli si parano innanzi. Gli
intervistati infatti sono Frank Castle, meglio noto come il Punitore, e
Wolverine, o Logan se preferite. Due duri, e quando diciamo duri intendiamo
proprio duri. Gli altri due, invece, si fanno chiamare E. e S., e di duro hanno
ben poco (chiedete alla ragazza di E.).
- Ecco, ragazzi, ora per finire
ci servirebbe un po' d'azione - riprende S. - sapete, no, come funziona...
Regola 17B della Marvel: “Quando due o più eroi si incontrano, devono
picchiarsi anche senza motivo”.
- Sì - continua il compare –
vogliamo capire come vi muovete veramente, quanta rabbia ci mettete dentro...
Ho anche qui la macchina fotografica che magari ci scattiamo qualche foto...
Che ne dite?
I due duri se ne stanno
imperterriti sulle loro sedie. E' una proposta che i loro fan gli avranno già
fatto decine e decine di volte. Di solito esaudivano le loro richieste. Il
primo a parlare è Frank.
- Ragazzi, io vorrei tanto
farvi contenti, ma vedete, finché non finisce la mia saga "Il Paradiso può
attendere"[1] sono ancora
nella mia versione angelica e quindi vado in giro a predicare pace e perdono.
Se mi metto a combattere qui, anche per finta, mi rovino la reputazione...
- Sì, ha ragione Frank. Vedete,
nella vita ci sono altri valori. Prendete me, ad esempio. Lo sapete quanti anni
ho? No? Beh, nemmeno io, ho perso il conto, forse neanche Claremont o Carlo
Monni lo sanno, ma comunque sono tanti. Mi ricordo di quelle cose... Ti ricordi
Frank, la prima guerra mondiale...? A no, non eri tu... Dopo tutto questo tempo
anche i neuroni non sono più gli stessi… Comunque, quando uno si rende conto di
avere tutti questi anni, insomma, un po' ci pensa su, si dice: ragazzo, è ora
che metti la testa a posto, non hai più l'età per metterti a combattere col
primo che ti capita sotto tiro! E' ora che inizi a cercarti una donna, a
mettere su famiglia e a farla sopravvivere per un po' di tempo, santo cielo.
- Ehh ti capisco… - fa Frank.
I due intervistatori rimangono
letteralmente sbigottiti. Continuano a guardare i loro eroi, i più truci tra i
truci, e poi si guardano tra di loro. Intanto Wolvie e Frank proseguono nei
loro discorsi, imperterriti.
- Sai, Logan, ho iniziato a
guardare anche un po' di tv, ultimamente, perché ho un po' più di tempo libero
con la mia nuova attività di venditore di Bibbie porta a porta...
- Mhh...
- ...Oh, non ci crederai, fanno
un telefilm bellissimo in tarda mattinata, si chiama "Il tocco di un
angelo". Guarda, non me ne perdo una puntata. Proprio interessante, ti
spiega come si fa, dove andare, cosa dire...
- Ah, sì sì, l'ho visto qualche
volta. Bello, sì, carino, ma hai visto che invece hanno ripreso a fare
"Mork e Mindy"?
- Ma dai!
- Sì, me lo guardo sempre a
cavalluccio sul professor X, tanto lui non sente niente... Sai che riesce a
fare nano-nano con la mano, ad aprire le dita a due a due, intendo?
- Wow, anch'io ci riesco,
guarda!
- Ah, che bravo!
- Dai, Logan, prova anche tu...
- No, guarda, con questo
scheletro d'adamantio 'ste robe non mi riescono più...
- Ah, che peccato...
- Infatti... ho chiesto in giro
se si può far qualcosa per togliermelo, ho già prenotato l’operazione a
Genosha. Magari poi faccio un salto anche a Casablanca…
- Signori, cosa vi porto? - fa
un cameriere con la faccia da ragazzino cresciuto.
- Per me una diet coke - fa
Wolverine.
- Io un'acqua tonica, grazie -
dice Frank.
- Voi? - fa il cameriere a E. e
S.
- N-niente.
S. ed E. sono ancora
visibilmente scossi, mai avrebbero pensato che i loro idoli, i loro modelli di
machismo maschile, i loro Big Jim formato gigante, fossero così normali!
Iniziano quindi a confabulare tra loro e vanno avanti qualche minuto, non
badando più a quello che i due eroi dicono. Quello che ci sembra di capire, da
quassù, è che stiano elaborando una specie di piano. Lo spirito di Will Coyote
comincia ad aleggiare sopra i due…
E. si schiarisce la voce, poi
inizia a parlare a S. a voce alta, in modo che Wolverine e Frank possano
sentirlo: - Allora, S., che fai domani per il veglione? Sai, mi par d'aver
capito che Frank qui abbia intenzione di fare un PIC NIC nel PARCO con la sua
FAMIGLIA e magari gli fa piacere se ci uniamo a loro...
- Mah, sai E., sono indeciso.
Il parco, di notte, il buio… questa è una grande città, mica la mia Alcamo,
chissà cosa può capitare!
I due si girano
contemporaneamente verso Frank, per vederne la reazione. Sembrano certi che
queste ultime frasi lo possano smuovere da quella strana apatia e finalmente
spingerlo a tirar fuori tutto il suo armamentario.
- Ma ragazzi, al parco? Che
freddo! Non si potrebbe fare da un'altra parte? - chiede Frank.
- Eh eh eh - ridacchia S. - sei
un comico!
- Frank, cavolo, ti ha dato del
comico! - lo controbatte E. - Ehi, S., credi che il mio amico Frank qui stia
scherzando, per caso? Ti pare il tipo che scherza sui parchi, eh?
- A proposito - fa Frank
girandosi verso Logan - l'altroieri mi hanno raccontato proprio una barzelletta
carina sui parchi. La vuoi sentire?
- Certo.
- Beh, c'è una vecchietta che
ogni pomeriggio va al parco. Ci sei?
- Ci sono.
- Ok, e ogni pomeriggio
incontra sempre un signore anziano che anche lui va a farsi il giretto al
parco. E, insomma, questi due chiaccherano tutto il pomeriggio seduti su una
panchina. Un giorno, però, il vecchietto chiede alla signora se le va di
tenergli il "coso" mentre parlano, così, solo per vedere se riesce a
provare ancora delle sensazioni, dice…
- E lei?
- Lei è un po' riluttante, però
poi accetta, glielo tiene mentre parlano e niente di più. Il giorno dopo il
vecchietto torna e glielo chiede di nuovo e lei, visto che la prima volta è
andata bene, dice che non ci sono problemi, e glielo ritiene. E così vanno
avanti vari giorni in questa maniera, con lei che gli tiene il
"coso". Un pomeriggio però lei arriva come sempre alla panchina, ma
lui non si vede. Passa un po' di tempo, poi lei inizia a cercarlo, e lo trova
seduto su una panchina con un'altra vecchietta, e quest'altra gli tiene anche
lei il "coso".
- Oh mamma.
- Appunto. Insomma, la
vecchietta gli attacca una scenata. "Basta perdervi d'occhio due minuti,
voi uomini, e correte subito dietro alla prima gonnella che passa! Siete dei
bastardi! Non ci si può fidare di voi! Cos'avrà poi lei più di me, mi chiedo!
Dimmelo, cos’ha più di me?". E sai lui che risponde?
- Che risponde?
- "Il morbo di
Parkinson"!
I due “eroi” cominciano a
sghignazzare. Ancora una volta, S. ed E. hanno gli occhi fuori dalle orbite. Il
primo tentativo non sembra essere andato a buon segno. Confabulano qualche
altro secondo, poi partono col tentativo numero due.
- Ah, E., ti ricordi l'altra
volta che abbiamo fatto quel viaggio in Giappone?
- Come potrei dimenticarmene,
caro S.?
- Te la ricordi quella ragazza
che ci ha tenuto, diciamo, "compagnia", durante il nostro soggiorno,
come si chiamava?
- Ah, sì, puoi scommetterci che
me la ricordo... Quella sì che sapeva come "intrattenere" gli ospiti!
Però il nome adesso non mi viene...
- Eh, in effetti il nome non
importava poi tanto per quello che dovevamo farci.
- Certo, ma aspetta, ce l'ho
sulla punta della lingua... Ma.. Ma...
- Mary Jane!
- No, quella era qui a New
York... Ma... Ma...
- MARIKO! - urla S.
- Ah, sì, bravo, Mariko.
Proprio quella... chissà cosa le è successo poi. Certo che, in quello che
faceva, era la migliore!
I due fissano vogliosi
Wolverine. Vogliono vedere i suoi artigli, vogliono vedere il sangue, poco
importa se è il loro.
- Ah, Mariko, sì. L'ho provata
anch'io! Niente male, vero? Se volete vi do il numero di una tipa che sta qui,
negli Stati Uniti, Jean. Interessa?
- No, no grazie - dice S.,
gettando la spugna.
S. ed E. se ne stanno a braccia
conserte per qualche minuto, mentre Frank e Wolvie continuano a chiacchierare
amichevolmente. Sembrano non avere più nessuna speranza per quel combattimento
in cui confidavano tanto.
- Peccato, pensavo proprio
fosse più facile! - fa E.
- Anch'io. Avevo una voglia di
sentirmi dire "E' tempo di distruzione!".
- Quello è la Cosa.
- Ah, ecco. Wolverine spacca?
- Quello è Hulk.
- Uhm. Da grandi poteri...?
- Spidey.
- Dicoti no?
- Thor.
- Squaraquack?
- Paperino.
- E che cavolo dice Logan?
- Snikt.
- E che cavolo di frase è
"snikt"?
- Lo chiedi a me? Comunque, ti
va un'altra porzione di patatine?
- D'accordo.
- Cameriere? Mi porta un'altra
porzione di patatine? Sì, grazie, ma mi raccomando, senza ketchup, che quelle
di prima facevano proprio schifo.
- Come? - fa il Punitore.
- Scusa?
- Cos'hai ordinato?
- Patatine... - fa E., quasi
impaurito per l'improvviso interesse di Frank - ne vuoi un po'?
- Patatine e poi...?
- Senza... ehm... ketchup -
risponde E., titubante.
Frank si gira verso Logan, con
gli occhi iniettati di sangue: - Hai sentito?
Patatine senza “er kecciupp” perché “er kecciupp” a questi due tizi gli
fa schifo!
- Io non ho detto niente, a me
piacciono col ketchup - fa S.
- Ah, allora sei solo tu il
pazzo, cretino, imbecille a cui non piacciono le patatine cor kecciupp, vero? –
urla puntando la pistola verso E. Logan tenta di calmarlo ma vanamente: -
Frank, dai, metti via la pistola… Eppoi, sei siciliano di origine, mica romano.
Non si dice “kecciupp”. Ripeti con me: “ketchup”.
Le cose però non sembrano
migliorare, il Punitore ha ancora la pistola puntata contro la fronte di E. ed
il dito sul grilletto (oltre a una non indifferente quantità di bava alla
bocca).
- Oh mamma - fa E. - t-t-tu
s-sei in m-m-missione p-p-per con-conto di Dio, F-F-F-Frank!
- Ma chi mi credi, babbeo? Un Blues Brother?! Un tortellino di Suor Germana?!
Dì subito che adori le patatine cor kecciupp o ti riempio il cervello di
pallottole.
- Ma io...
- Dillo! Non sto scherzando,
ragazzo!
- Io adoro le patatine col
ketchup, mi piacciono da impazzire, guarda... cameriere? Ho cambiato idea, mi
porti quattro, anzi no, che dico quattro?, sette porzioni di patatine, ma mi
raccomando, con TANTO ketchup!
- Ah - fa Frank - così va
meglio. Adesso ragioniamo - si risiede e mette via le pistole, poi si rivolge a
Logan - te l'ho mai raccontata quella sur kecciupp?
- “Ketchup”, Frank, si dice
“ketchup”.
- Beh, comunque, c'è un
tizio...
Le mani di E. stanno ancora
tremando dalla paura. S. cerca di rassicurarlo.
- Su, E., adesso ce ne andiamo,
non visti, e filiamo dritti dritti in Italia. Questi sono tipi che non
scherzano sulle cose serie…
- Penso sia meglio...
Mentre i due eroi parlano, S.
ed E. si alzano non visti dal tavolo e sgattaiolano fuori dal locale, proprio
tramite l'uscita secondaria che dà sul vicolo coi bidoni e tutto il resto.
Appena fuori tirano entrambi un sospiro di sollievo.
- Uff, salvi - fa S. - che dici,
abbiamo ancora tempo per una Pepsi?
Nel buio del vicolo si sentono
solo due parole ed un suono.
- Una PEPSI? SNIKT!
Note: la prima storia di What
The scritta a quattro mani a partire da alcune chiaccherate in chat. Si tratta,
è logico, di un primo esperimento, ma state sintonizzati perché questa coppia
di autori sta preparando dell'altro per voi… (è una minaccia!)
[1] Come potete leggere su "il Punitore" #1-2 (e prossimamente 3) di MarvelIT! [autopubblicità gratuita]